Prima che sia Settembre

Un’estate particolare: Giugno, mese di saluti e imprevisti
Per iniziare, vi riporto per un attimo a Giugno.
Io e Martina abbiamo un rituale: il giorno prima della fine dell’anno scolastico andiamo a pranzo al Mac. Quest’anno l’abbiamo anticipato per caso e qualcosa di strano è accaduto, come se fosse stata una punizione l’aver tradito la tradizione.
Giugno poteva essere una decorosa conclusione anche per Manuela e Matilde, dopo aver trascorso due anni difficili a scuola. Invece…mentre i compagni di classe di Manuela ritiravano il diploma e festeggiavano in pizzeria, l’intervento per l’appendicite infiammata di Manu le ha rovinato il momento di un traguardo importante.
Avevamo ancora da smaltire i saluti che si fanno alla fine dell’anno ma emozioni più forti stavano prendendo il sopravvento.
Penso agli insegnanti e in particolare a quelli che, quando arriva la fine di un ciclo scolastico, ti tocca salutare. Nei giorni scorsi mi sono prodigata per inviare loro messaggi ed email, e sono certa che con alcuni di loro non sono state parole di addio. Come non lo sono state in passato con alcuni degli insegnanti dei miei figli, con i quali sono ancora in contatto.
Questo è quello spicchio, bello e nostalgico allo stesso tempo, della prima parte di questa nostra estate. La parte più tormentata e faticosa riguarda tutto il resto.
Luglio e Agosto: un mese di eventi intensi
Luglio, che si è concluso da poco, si è rivelato un mese abbastanza impegnativo.
È stato un mese ricco di avvenimenti e anche di momenti di commozione e lacrime facili, non sempre per cose belle.
Presumo che anche Agosto richiederà una partecipazione molto attiva in diversi e nuovi ambiti, e probabilmente continuerà per il resto dell’anno. Sembra che il periodo negativo della pandemia non sia niente a confronto.
La parte più tormentata e faticosa riguarda tutto il resto.
Aspettando Settembre
Mi ritrovo a fare i conti con uno degli aspetti più difficili da gestire della mia vita: lasciare andare.
Intendiamoci, alcune cose ho imparato a lasciarle andare, soprattutto se parliamo di situazioni non del tutto positive. Riguardo alle persone, invece, con alcune ci riesco abbastanza bene. Ci sono quelle che sono davvero contenta di aver incontrato, quelle con cui si riesce a stabilire una connessione, quelle che mi dispiace davvero che non faranno più parte della mia vita.
Quello che mi ha segnato di più
Questa è l’estate che ricorderò per l’inizio della fine del mio matrimonio.
Una nuova realtà che caratterizzerà tutte le nostre giornate da questo momento in avanti. Situazioni, episodi, rituali che ti appartengono da tutta la vita e che sono talmente radicati dentro tanto che non ti chiedi neanche più se fanno parte di te o sono diventate te.
In piedi in mezzo alla nebbia. Così mi sono vista e sentita per settimane.
Mi viene in mente la metafora che un mio amico mi ha ricordato qualche settimana fa: “L’aquilone prende il volo solo sempre con il vento a sfavore”. È terribile sentirselo dire quando sei tu quell’aquilone e non c’è nessuno o niente che ti aiuti ad affrontare quel vento.
Molti dicono che “è nei momenti difficili che si imparano le lezioni più importanti” “le difficoltà possono essere utilizzate per trasformare tutto in meglio” “non è importante quante volte cadi ma come ti rialzi”.
Parole che quando sei davvero immersa nella nebbia, forse neanche ascolti. Ma in fondo sai che la verità sta tutta in quelle parole. Ecco che in tutti i modi cerchi la rincorsa che ti dia la giusta spinta per spiccare il volo, anche se vedi troppo lontano.
E tu? Sei quella che tende la mano o che l’afferra?
Quante volte anche a voi è capitato di sentire o di vedere qualcuno che si trova sul filo di un precipizio e sentirsi incapaci di aiutare quella persona a scegliere se buttarsi o salvarsi? In questo caso, sul precipizio c’ero io.
La verità? Una persona sceglie da sola. Noi possiamo solo essere quella mano che aspetta. Non quella che spinge, non quella che tiene. E quando quel vento sarà abbastanza sfavorevole, l’aquilone prenderà il volo.
Cosa posso portarmi dietro da questo momento
Ecco che continuo a guardarmi dall’alto e mi vedo chiaramente. Mi accorgo di quanto io riesca a sentirmi in equilibrio nonostante abbia la sensazione di non avere più la terra sotto i piedi.
Credo di non essermi mai persa. Non mi sono mai tradita. Soprattutto non mi sono mai arresa. La risposta si trova sempre, purché la domanda sia quella giusta.
Continuo ad avere tante cose buone da raccontarvi, soprattutto parecchie cose utili (ne sto facendo collezione).
Vi aspetto qui la prossima settimana
Un forte abbraccio a tutti voi
Paola ♥
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Hai ragione Paola, sei sul precipizio ma hai già scelto di essere guerriera di non lasciarti andare, sei la bandiera per i tuoi figli e per chi vive una situazione simile. Sono con te io di solito sono quella che tendo la mano, ma, ho imparato con tanta umiltà a ricevere anche una mano.
Alla prossima GUERRIERA 😀💪💪
Pronta a ricevere e tendere la mia mano. Ti mando un forte abbraccio Vanda. Grazie ♥