Mamme e lavoro:
un optional costoso

Come conciliare lavoro e famiglia
Per una mamma, il lavoro diventa un “optional”.
Lavorare part time o full time? Dedicarsi interamente alla famiglia?
Qualsiasi scelta si faccia, si ripercuoterà inevitabilmente sul nostro essere Donna.
Se la donna sceglie di lavorare si trova di fronte alle più svariate situazioni da gestire.
Per esempio, una volta rientrata dall’ufficio dovrà capire a cosa dare priorità: se pulire il frigorifero, andare a fare la spesa o giocare con i propri figli.
Molto spesso noi mamme prendiamo alcune decisioni anche contro la nostra volontà ma mettendo al primo posto le esigenze famigliari. Così se qualcuno dicesse “hai sacrificato la famiglia” si potrebbe correre il rischio di credergli.
E’ una scelta faticosa, spesso dolorosa, e piuttosto che essere legata ai desideri di una donna come dovrebbe essere, è condizionata da pensieri e da azioni che provengono da luoghi comuni. La maggior parte delle volte servono solo a fare nascere inutili sensi di colpa. Occhio alle convinzioni sbagliate.
A cosa dare priorità?
Spesso la scelta diventa obbligata quando:
- la retta del nido ha un costo troppo alto da sostenere;
- i tuoi orari di lavoro flessibili non ti assicurano la possibilità di organizzarti al meglio e andare a prendere tuo figlio all’asilo o alle sue attività;
- sei fortunata e rientri nel 21% al quale viene concesso il part time ma è verticale;
- arriva una pandemia e i nonni non posso più dare il loro supporto;
- la pandemia ti concede di lavorare da casa con l’entrata in vigore delloSmart Working, ma hai lo schermo del PC in comune con la DAD di tuo figlio.
Ma cosa succede se non abbiamo il supporto adeguato?
Dalle nostre esperienze personali possiamo dire che non siamo supportate da una politica inclusiva che ci permette di avere un sistema di sostegno dedicato a noi.
Alla fine succede che la donna e mamma rinuncia al lavoro, resta a carico del papà e si carica di quella che prende le sembianze di una recessione.
Per la frustrazione, l’impossibilità di dare il proprio contributo economico in casa, la mancanza d’indipendenza, si corre il rischio di lenire la propria individualità.
Molto spesso le mamme rimangono in silenzio e tutto questo può portare scompiglio in quell’equilibrio che dovrebbe esserci grazie alla definizione dei ruoli, oneri e onori di mamma e papà, e spesso si creano situazioni di disagio.
Oggi la donna rimane così sommersa e sottomessa. Mi tornano in mente le parole di San Paolo a riguardo, che potrebbero essere interpretate in modo romantico credendo che “lui volesse intendere la donna come la base di tutto, l’appoggio sicuro, e chi sorregge tutto sta necessariamente sotto, non sopra a guardare il panorama” (tratto dal libro “Sposati e sii sottomessa” di Costanza Miriano)
Quanto valore ti dai nella coppia come donna e mamma?
Essere sposata e diventare madre non significa perdere la propria personalità e rinunciare ai propri sogni. Non significa perdere la propria indipendenza, e non necessariamente perché “tuo marito ti lascia libera di poter essere te stessa”, ma perché tu sei e rimani una persona libera. Così come hai pronunciato liberamente quel SÌ e hai volutamente messo al mondo dei figli, continuerai consapevolmente a dire no se lo vorrai. Un “NO” vero e senza pressioni.
Queste le parole di Papa Francesco in occasione del 25° anniversario della “Mulierisdignitatem:
“Tante cose possono cambiare e sono cambiate nell’evoluzione culturale e sociale, ma rimane il fatto che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. Chiamando la donna alla maternità, Dio le ha affidato in una maniera del tutto speciale l’essere umano. Ci sono due pericoli sempre presenti, due estremi opposti che mortificano la donna e la sua vocazione. Il primo è di ridurre la maternità ad un ruolo sociale, ad un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità e non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale. C’è l’altro pericolo, in senso opposto: quello di “promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizzano”
In conclusione
San Paolo vede nella maternità, nella cura e nell’educazione dei figli, la possibilità per ogni donna di riscattare a pieno sé stessa e sono molte le donne che la pensano nel medesimo modo. Anche io sono d’accordo ma… c’è molto di più. Ci sono diversi retaggi culturali da sorpassare ed esiste un solo modo per poterlo fare: agendo.
Ho la convinzione che la donna possieda due animee per farle convivere ci sono tantissime opportunità.
Vi aspetto qui la prossima settimana per mostrarvi tutte le opportunità che noi donne-mamme abbiamo per vivere pienamente le nostre due anime.
Grazie per essere stati con me anche oggi
Vi abbraccio
Paola ♥
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