Sono nella m**** ma sono felice!

Incontri, profumi e autodeterminazione
Ciò che ti segna non si dimentica
C’è chi dice che incontriamo le persone di cui abbiamo bisogno.
C’è chi dice che incontriamo le persone che hanno bisogno di noi.
C’è chi dice che gli incontri avvengono per caso, per fortuna o per sbaglio.
Io dico che, non è mai un caso. E quasi sempre una fortuna. E ogni incontro è capace di lasciare un profumo…
Pensate sia verità dire che ogni incontro arricchisce? Io sì, e vale anche per quelli sbagliati e/o mancati. Sicuramente ci sono quegli incontri che segnano e non si dimenticano, quelli dal profumo inconfondibile, ma tutti contribuiscono a “far crescere”. Personalmente è un vizio che mi piace e che non voglio perdere. Nel bene e nel male.
Gli incontri possono essere l’inizio di una relazione e le relazioni sono importantissime per ognuno di noi. Questo è quello che emerge anche dalla teoria dell’autodeterminazione.
Questa teoria, sostiene che il benessere di un individuo è il risultato della soddisfazione di tre bisogni psicologici di base:
- Bisogno di autonomia – sentirsi libero in ciascuna azione e sentire che si agisce per propria volontà;
- Bisogno di competenza – credere di riuscire ad agire con competenza nel proprio ambiente per lo svolgimento di compiti importanti;
- Bisogno di relazioni – cercare e sviluppare delle relazioni sicure e positive con gli altri nel proprio contesto sociale.
Per soddisfare questi tre bisogni una persona deve sviluppare una certa dose di autodeterminazione, una combinazione di abilità, conoscenze e convinzioni che permettano all’individuo di adottare comportamenti autoregolati, autonomi e diretti verso un obiettivo.
Nel tempo, l’autodeterminazione conduce gli individui a impegnarsi in comportamenti agendo per scelta piuttosto che per obbligo o costrizione.*
In sostanza, l’autorealizzazione di una persona è quel momento in cui una persona grida al mondo:
“sono felice”
Ma che cos’è la felicità?
Seneca diceva così: “E’ felice quell’uomo che non conosce altro bene più grande di quello che lui stesso è in grado di procurarsi.”
Pienamente d’accordo. La felicità è qualcosa che parte da noi. E ogni giorno è possibile scegliere di essere felici. Trovo che abbinare questa teoria (che può essere anche pratica) alla ricerca della soddisfazione dei bisogni di autonomia, competenze e relazioni sia qualcosa di molto efficace. Iniziare la ricerca della vera soddisfazione con la felicità addosso: che conquista!
E quando tu decidi di essere felice ma sembra che tutto remi contro di te?
È ovvio che cerco di evitare di trovarmi in situazioni sgradevoli o relazioni complicate. Sono “un po’ grande“, ho preso qualche schiaffo (solo in senso metaforico) e ho fatto un po’ di pratica. Tuttavia, sono proprio le situazioni scomode e ostili che mi hanno temprato di più e mi hanno insegnato come andare (e come continuare ad andare) verso la serenità. Qualunque cosa, se sono serena, la affronto meglio. Ho imparato a cercare la tranquillità, proprio quando la felicità era sullo sfondo, offuscata dall’inquietudine che prevaleva in quelle situazioni sfavorevoli. Un buon allenamento serve per poter osservare e ottenere buoni risultati.
Quando accade qualcosa di negativo, solo a noi viene data la possibilità di scegliere come agire. Sì, a volte ce le raccontiamo… “non avrei potuto fare altro…” “cosa posso fare?” “ero arrabbiata” “ero spaventata”, così facendo non sarà nostra la colpa e neanche la facoltà scegliere di essere felici. La responsabilità non è nostra, giusto? Ma questa è l’altra parte della storia e porta da un’altra parte.
Ci sono cose che accadono, e noi ne siamo responsabili. Ce ne sono altre che, invece, accadono e basta. E spesso associamo ciò che accade al nostro essere felici. Ecco … io … ero molto piccola la prima volta che ho pensato che non era giusto avere davanti salite così ripide. Ho pensato fosse difficile sentirsi felici. Anzi, l’ho creduto impossibile. E ancora oggi penso che “certe cose” non siano giuste. Ma credo anche che sia stato il primo vero impulso che mi ha guidato verso la mia direzione. Ho capito che la mia felicità dipende da me… che anche quando sono arrabbiata o spaventata, posso scegliere. Ho trovato diverse soluzioni per uscire da situazioni che non mi piacevano e che mi recavano disagio e ho sempre scelto io come agire.
Allenandomi ad essere felice.
Allenarsi alla felicità
Non pensatelo. Nella maniera più assoluta. Non è facile. Per niente. Esiste anche per me quella buona dose che sistematicamente sta per cadere, che sente fatica, che… a volte non ce la fa e vorrebbe essere un orso per poter andare in letargo. Mi siedo, e mentre mi dico “sono nella m***a”, la mia parte più bella riaffiora e si rafforza.
Un guerriero della luce non imbroglia mai, ma sa distrarre il suo avversario. Per quanto ansioso sia, sfrutta ogni risorsa strategica per raggiungere l’obiettivo. Quando si accorge di essere allo stremo delle forze, induce il nemico a pensare che stia temporeggiando, Quando sceglie di attaccare da destra, muove le sue truppe verso sinistra. Se intende iniziare la lotta immediatamente, finge di avere sonno e si prepara per dormire.
Da Il manuale del Guerriero,Paulo Coelho
Il guerriero e l’avversario spesso, molto spesso, sono la stessa persona.
Le persone, le relazioni, la felicità
Le persone sono una ricca fonte di felicità e possono amplificare la felicità. Ma è opportuno fare una considerazione: Ci sono giorni (a volte lunghi periodi) in cui le giornate, magari quelle che sembra vadano per conto loro senza tenere conto di noi, diventano come “Composizione VII” di Kandinskij. Ecco che assumere un atteggiamento positivo e impegnarsi per essere felici aiuta parecchio.
Pensare a cosa le persone potessero fare per aumentare la mia felicità, non è mai stata una buona pensata. Perché così mi sono fatta guidare dalle aspettative (false e ingiuste) nei confronti degli altri. L’ho fatto,certo,e poi ho imparato: partire da ciò che io posso fare per le persone… beh… questa è stata una bellissima scoperta e alimenta costantemente la mia felicità. Ricevo qualcosa di affascinante proprio perché inaspettato.
L’uomo deve essere se stesso al fine di essere il migliore servitore di tutti Carl Gustav Jung
Le relazioni. Tutte facili? Assolutamente no, e in situazioni come quelle “di cui sopra” possono diventare molto complicate, ma come sempre, c’è sempre il rovescio della medaglia. In queste ultime settimane abbastanza complicate, ho sentito molte parole forti e pesanti ma ho ricevuto molte altre parole che mi hanno aiutata a sostenermi nelle mie emozioni. Un sorriso, un abbraccio, una telefonata inaspettata, un incontro. Anche un semplice messaggio: “Ciao, non so che dirti ma volevo salutarti” (uno così poi vale doppio). Elementi che hanno arricchito le mie giornate e che hanno affinato il livello della mia felicità.
Le parole che fanno la felicità.
E così mi chiedo in maniera quasi spontanea: La stessa parola, vale “felicità” per ognuno di noi allo stesso modo?
Parole come…Stella. Luce. Sole. Bello. Successo. Ordine. Disciplina. Responsabilità. Rispetto. Casa. Famiglia. Figli. Amore, Emozioni… così come Gioia, Serenità, Speranza, ma anche Paura, Frustrazione, Tristezza. Equilibrio. Normalità. Abitudine. Ricordi. Cambiamento. Colore. Solitudine. Ciao.
Parole che possono portarci a pensare, a stare meglio, a stare peggio, in alcuni casi a ricordare e fare delle immense riflessioni.
Non è facile sapete? Il terreno sul quale cammino si è fatto sdrucciolevole e… faccio fatica a non scivolare. Ma rimane il mio terreno. La mia vita. Il mio profumo. La mia essenza. Quello in cui credo e per cui vivo da sempre. Nel caso dovessi scivolare, potrei sempre mettermi a gattonare; ho imparato a farlo quando ero molto piccola e, anche allora, ero felice.
Conclusione
Il mio voler essere felice, è un modo di essere, ho imparato, e non dipende da chi mi sta intorno o cosa possiedo. Ma in qualità di essere umano lavoro costantemente per cercare sempre il risvolto positivo, e quando ci sono situazioni antipatiche e avverse, la soluzione c’è. Quella più semplice. Quella più ovvia. Viene naturale. Penso sempre: “Se c’è un problema, è perché esiste la soluzione“. E la cerco (ma voi questo lo sapete già)
E se proprio la soluzione non c’è, posso accontentarmi di vivere in maniera alternativa quella stessa situazione cercando il migliore dei benefici (che per me equivale ad aver trovato la soluzione).
Non sono nata così. Ci sono diventata. Ciò che vedo allo specchio ogni mattina, e poi ogni sera… non sempre mi piace, ma avere un buon livello di autostima serve e aiuta. Sapete (perché ve l’ho raccontato parecchie volte) che non sono perfetta e volersi bene davvero significa comprenderlo, accettarlo e modificare quello che si può (tutto quello che si può).
Il coraggio consente alla donna di fallire – e di imparare potenti lezioni dal fallimento – cosicché alla fine, lei, non ha fallito del tutto Maya Angelou
Vi auguro di riuscire a trovare la vostra felicità. Proprio li, dentro di voi. Nel vostro Profumo
Vi abbraccio,
Paola ♥
Fonti
*http://www.eulabconsulting.it/offerta/74-extra/455-la-teoria-dell-autodeterminazione
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Molto molto bello, complimenti.
Grazie Angelo ♥