Attraverso la terra di nessuno

Oggi vi porto con me in un posto che ancora non conosco bene, ma che sto imparando a esplorare. Non so che nome abbia, io l’ho battezzato così: “la terra di nessuno”.
Percorrere strade nuove, mi affascina.
E’ un luogo che potrebbe sembrare oscuro, ma che in realtà è capace di mostrarti solo cose vere.
Sembra anche sia “poco affollato” perché non ci sono troppe persone a girovagare, ma quelle poche possiedono un enorme valore. Vi dico anche che non ci sono troppi rumori in questo posto, anzi, c’è molto silenzio. Quel silenzio che insegna.
Mi ci sono trovata per caso? Credo di no, ma non conoscevo la strada imboccata ad un bivio, che ho trovato di fronte a me qualche mese fa. E sicuramente mai avrei immaginato di trovarmi qui.
Sono quegli avvenimenti che accadono e che ti cambiano. Le persone che si incontrano o con cui ci si scontra mostrano la terra di nessuno. Così mi sono ritrovata in un posto diverso da quello a cui appartengo, quello in cui mi sono sempre sentita a casa. Mi sono sentita sola, perché ritrovata insieme a persone diverse da come le avevo conosciute. E poi ho potuto vivere la scoperta, la novità e la meraviglia dello stupore.
E’ così che accade quando le cose stanno cambiando o ci si accorge che le cose sono cambiate?
In realtà io ero ben consapevole del cambiamento che stava avvenendo per cui non ho smesso di trovarmi e ritrovarmi. Ma non ero solo sola in questo viaggio e comprendo che, per le persone che sono con me, la storia è un’altra.
Per loro è sopraggiunto un cambiamento. Improvviso. Brusco. Forte. Un cambiamento di notevole impatto.Il fenomeno è accaduto e prenderne atto non è stato affatto facile anche se toccherà a tutti, prima o poi.
Vale anche per quelli che hanno fatto finta di niente, finta di capire, finta di ascoltare, finta di dare la mano. Vale per chi ha opposto resistenza. E vale per chi cerca ancora i compromessi. Per chi non vuole ascoltare. Per chi non vuole sentire.
E così il cambiamento sono io. Solo per qualcuno.
Da sempre la difficoltà maggiore del cambiamento sta nel modo in cui ognuno di noi si adatta e a come sceglie di gestirlo.
Ho constatato che neanche l’evidenza favorisce il cambiamento, o per lo meno la sua accettazione. E’ comprensibile: lasciare ciò che conosciamo da sempre per qualcosa che non abbiamo mai affrontato fa maledettamente paura, anche quando non sei a tuo agio con il conosciuto.
Non parlo di cambiare la pasta da acquistare o il colore delle pareti. Sto parlando di un ribaltamento delle macro dimensioni che coinvolge tutto ed è inevitabile, un ribaltamento inaspettato e, spesso, non cercato.Un ribaltamento che nessuno, sicuramente, avrebbe voluto.
Ma se tenessimo in considerazione che:
- Mostrare indifferenza non porta nessun risultato;
- Nascondere la propria responsabilità non è utile;
- Ribellarsi e mettere davanti la propria posizione ostile, non serve;
- Il cambiamento può essere qualcosa che migliora;
- Il cambiamento è nuovo solo all’inizio;
- Il cambiamento non modifica ciò che funziona davvero bene;
- Il cambiamento si può gestire;
… credo così che il cambiamento sarebbe una cosa “più buona”
Come reagire ed adattarsi al cambiamento
Certo, generalmente si è propensi al cambiamento, quando si sceglie per migliorare. Meglio quando si sceglie e non quando capita. Vale per tutti.
Alcuni cambiamenti sono fisiologici (e già qui in alcuni casi sentiamo la fatica), altri invece sono dovuti a diversi fattori tra i quali responsabilità, percezione, passioni, valori… giusto per citarne alcuni. Immaginiamo lo sforzo, la prostrazione, la difficoltà. Ci sono anche quelli che “ci toccano” e, tra fattori che danno le direttive (magari esterni a noi) e situazioni che incombono, non sappiamo come spuntarla.
Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi, altri sono così veloci che non si accorgono di te.
AshleighBrilliant
Generalmente ci si accorge del cambiamento dopo, soprattutto quando il cambiamento non è voluto da noi e dobbiamo “solo” prenderne atto; e anche se l’adattamento al cambiamento potrebbe essere complicato, provarci e voler imparare è sinonimo di pienezza. E anche quei giorni che sembrano tutti uguali, e a volte persi, prendono forma.
Ma è davvero possibile non accorgersi? O forse sembra più facile…
Consideratelo come un gran bel viaggio, verso una di quelle destinazioni che scegliereste per la prossima vacanza, di cui non conoscete niente, e l’unica cosa che vi spinge a partire è la vostra curiosità. Sarà sicuramente un buon viaggio!!!
Conclusione
“Sei tra quelle persone che sta ancora aspettando che passi e vada via???”
Ho una notizia per te: non accadrà. Non se ne andrà e niente tornerà come prima. Potresti provare a cercare un modo per affrontare questo cambiamento in maniera più costruttiva. Oppure no. Scegli tu.
Per molti (magari non per voi) è facile associare al cambiamento, la parola “problema” e così forse le fatiche aumentano perché ci si ritrova ad avere diversi problemi da risolvere (magari per colpa di qualcun altro…), nuovi problemi ogni giorno. Io ho trovato una parola che mi piace un po’ di più.
Vi racconto tutto la prossima settimana.
Grazie per essere stati qui con me anche oggi.
Vi abbraccio,
Paola ♥
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Ciao carissima,
interessante analisi.
Sono curiosa di scoprire la parola che hai trovato!
Un abbraccio.
Cara Lella, Grazie di essere passata a trovarmi.
Sono certa che ti piacerà la parola che scoprirai la prossima settimana.
Ti aspetto e ti abbraccio ♥